Andrea De Faveri a Mestre: "L'Arbitro figlio di atteggiamento e conoscenza"
Nuova visita del CRA in Sezione a Mestre nella veste del Componente C.R.A. Veneto Andrea De Faveri. La visita del giovane dirigente sandonatese non è stata tuttavia una prima assoluta in quanto già in occasione del Raduno di inizio stagione sportiva gli arbitri mestrini erano rimasti impressionati dal carisma e dalla passione trasmessa dall’ex fischietto di Lega Pro.
E così venerdì 11 marzo si è riproposto l’atteso incontro, premiato da una numerosa platea nonostante la variazione della R.T.O. in calendario. Il Presidente di Mestre Giancarlo Muriotto ha introdotto la serata prima con le comunicazioni agli Associati e poi presentando il relatore a cui ha ceduto subito il microfono.
“Non sono qui per parlare di tecnica” ha esordito De Faveri precisando di voler usare il meno possibile il termine “arbitraggio” nel corso della serata. Una serata dedicata invece al “cosa facciamo fuori dal campo” in quanto aspetto qualificante della nostra attività. Per imparare ad arbitrare infatti avremo sempre qualcuno al nostro fianco che ci darà gli insegnamenti più opportuni: ma per arrivarci dovremo prima saper usare la testa, luogo dove risiede la nostra vera forza. Per dimostrare il principio secondo cui “non c’è obiettivo senza progetto” De Faveri ha ipotizzato che ognuno di noi sia l’Amministratore della propria Azienda e considerato gli aspetti che noi stessi, in qualità di responsabili della “nostra” impresa, dovremo analizzare ed affrontare. Da questo raffronto, anche attraverso l’interazione tra relatore ed associati, e per mezzo di un ragionamento a ritroso si è arrivati a stabilire che “azioni e i pensieri sono figli di atteggiamento e conoscenza”. La qualità dei risultati conseguentemente dipende dalla qualità dell’atteggiamento e della conoscenza, concetti che si riflettono nella vita arbitrale sotto forma di conoscenza delle regole ed allenamento fisico/mentale. La crescita, in ambito tanto sportivo quanto in quello quotidiano, è fatta ci capitalizzazioni e di micro fallimenti che portano poi a risultati.
La chiave di volta, per De Faveri, è il modo in cui noi affrontiamo le tematiche della vita perché è sulla base della nostra maniera di porci e far fronte ai vari problemi che si creano le fondamento per un successo o meno.
A conclusione della sua breve ma intensa discussione De Faveri ha ringraziato i colleghi mestrini per la partecipazione ed augurato agli stessi ancora molte soddisfazioni in quanto “i sogni possono portare più in là di quanto non possano fare le gambe”.
E così venerdì 11 marzo si è riproposto l’atteso incontro, premiato da una numerosa platea nonostante la variazione della R.T.O. in calendario. Il Presidente di Mestre Giancarlo Muriotto ha introdotto la serata prima con le comunicazioni agli Associati e poi presentando il relatore a cui ha ceduto subito il microfono.
“Non sono qui per parlare di tecnica” ha esordito De Faveri precisando di voler usare il meno possibile il termine “arbitraggio” nel corso della serata. Una serata dedicata invece al “cosa facciamo fuori dal campo” in quanto aspetto qualificante della nostra attività. Per imparare ad arbitrare infatti avremo sempre qualcuno al nostro fianco che ci darà gli insegnamenti più opportuni: ma per arrivarci dovremo prima saper usare la testa, luogo dove risiede la nostra vera forza. Per dimostrare il principio secondo cui “non c’è obiettivo senza progetto” De Faveri ha ipotizzato che ognuno di noi sia l’Amministratore della propria Azienda e considerato gli aspetti che noi stessi, in qualità di responsabili della “nostra” impresa, dovremo analizzare ed affrontare. Da questo raffronto, anche attraverso l’interazione tra relatore ed associati, e per mezzo di un ragionamento a ritroso si è arrivati a stabilire che “azioni e i pensieri sono figli di atteggiamento e conoscenza”. La qualità dei risultati conseguentemente dipende dalla qualità dell’atteggiamento e della conoscenza, concetti che si riflettono nella vita arbitrale sotto forma di conoscenza delle regole ed allenamento fisico/mentale. La crescita, in ambito tanto sportivo quanto in quello quotidiano, è fatta ci capitalizzazioni e di micro fallimenti che portano poi a risultati.
La chiave di volta, per De Faveri, è il modo in cui noi affrontiamo le tematiche della vita perché è sulla base della nostra maniera di porci e far fronte ai vari problemi che si creano le fondamento per un successo o meno.
A conclusione della sua breve ma intensa discussione De Faveri ha ringraziato i colleghi mestrini per la partecipazione ed augurato agli stessi ancora molte soddisfazioni in quanto “i sogni possono portare più in là di quanto non possano fare le gambe”.