Riccardo Ros: "Ecco come arrivare in Alto"
Quali caratteristiche deve avere
un arbitro che vuole arrivare in Alto? Con questo gioco ortografico
Riccardo Ros si è intrattenuto a Mestre per una lezione tecnica di livello.
A introdurre la RTO di lunedì 23 marzo è stato come di consueto il Presidente Giancarlo Muriotto che ha presentato l’Ospite della serata e, prima di concedergli lo spazio dovuto, ha informato i numerosi Associati presenti sule ultime novità sezionali.
Il microfono è poi andato al collega di Pordenone, al primo anno in forza alla C.A.N. B, che ha ringraziato Mestre per l’invito auspicandosi che queste sue parole riescano a trasmettere qualcosa tanto a livello tecnico che personale. In particolare si è rivolto ai giovani spronandoli a crederci sempre fino in fondo perché l’aspetto estetico e fisico è certamente agevolante, come nel caso di Riccardo, ma non imprescindibile. Fondamentali sono le motivazioni e il lavoro, quello che si costruisce quotidianamente attraverso soprattutto le delusioni che prima o dopo non tardano ad arrivare. E da quelle bisogna ripartire. Solo chi le saprà affrontare e superare potrà arrivare in Alto.
Nel suo appassionato intervento Riccardo, mantenendo sempre in primo piano la sua esperienza personale, ha affrontato sia temi motivazionali che tecnici. A fianco delle basilari conoscenze regolamentari e condizioni atletiche adeguate al ruolo che si sta svolgendo, il giovane e promettente fischietto friulano, ha voluto rimarcare quanto siano importanti le caratteristiche psicologiche e manageriali dell’arbitro moderno. “Ognuno di noi deve trovare un suo equilibrio” ha ribadito con forza, tanto in campo quanto nella vita privata: quest’ultima infatti si riflette inevitabilmente sulla prestazione arbitrale quindi per essere un grande arbitro prima di tutto occorre avere una propria stabilità emotiva, familiare e lavorativa. Prendendo spunto dall’introduzione della bomboletta spray anche nel campionato italiano per la segnalazione delle distanze ha voluto dimostrare come questa innovazione abbia contribuito a dare uniformità alle decisioni arbitrali. Ma non è solo il gesto meccanico che qualifica l’operato di un direttore di gara: egli deve essere oltremodo un corretto comunicatore attraverso quella gestualità e quel linguaggio del corpo che rappresentano oggigiorno gran parte del nostro modo di porci verso l’esterno. “L’arbitro moderno è un perfezionista”, concentrato durante tutto l’arco della partita, coraggioso nei momenti decisivi e resistente alle sofferenze. Al talento personale che ciascuno possiede bisogna aggiungere del proprio. Altrimenti il rischio è quello di sentirsi già arrivati e tradire le proprie aspettative. E sarebbe un vero peccato visto che la cosa che più ci accumuna all’interno di questa splendida associazione è la passione.
Con questo messaggio Riccardo si è congedato dalla platea mestrina non prima di aver ricevuto dal Presidente Muriotto, a nome di tutti gli Associati, un sincero e caloroso augurio di arrivare presto lassù in Alto.
A introdurre la RTO di lunedì 23 marzo è stato come di consueto il Presidente Giancarlo Muriotto che ha presentato l’Ospite della serata e, prima di concedergli lo spazio dovuto, ha informato i numerosi Associati presenti sule ultime novità sezionali.
Il microfono è poi andato al collega di Pordenone, al primo anno in forza alla C.A.N. B, che ha ringraziato Mestre per l’invito auspicandosi che queste sue parole riescano a trasmettere qualcosa tanto a livello tecnico che personale. In particolare si è rivolto ai giovani spronandoli a crederci sempre fino in fondo perché l’aspetto estetico e fisico è certamente agevolante, come nel caso di Riccardo, ma non imprescindibile. Fondamentali sono le motivazioni e il lavoro, quello che si costruisce quotidianamente attraverso soprattutto le delusioni che prima o dopo non tardano ad arrivare. E da quelle bisogna ripartire. Solo chi le saprà affrontare e superare potrà arrivare in Alto.
Nel suo appassionato intervento Riccardo, mantenendo sempre in primo piano la sua esperienza personale, ha affrontato sia temi motivazionali che tecnici. A fianco delle basilari conoscenze regolamentari e condizioni atletiche adeguate al ruolo che si sta svolgendo, il giovane e promettente fischietto friulano, ha voluto rimarcare quanto siano importanti le caratteristiche psicologiche e manageriali dell’arbitro moderno. “Ognuno di noi deve trovare un suo equilibrio” ha ribadito con forza, tanto in campo quanto nella vita privata: quest’ultima infatti si riflette inevitabilmente sulla prestazione arbitrale quindi per essere un grande arbitro prima di tutto occorre avere una propria stabilità emotiva, familiare e lavorativa. Prendendo spunto dall’introduzione della bomboletta spray anche nel campionato italiano per la segnalazione delle distanze ha voluto dimostrare come questa innovazione abbia contribuito a dare uniformità alle decisioni arbitrali. Ma non è solo il gesto meccanico che qualifica l’operato di un direttore di gara: egli deve essere oltremodo un corretto comunicatore attraverso quella gestualità e quel linguaggio del corpo che rappresentano oggigiorno gran parte del nostro modo di porci verso l’esterno. “L’arbitro moderno è un perfezionista”, concentrato durante tutto l’arco della partita, coraggioso nei momenti decisivi e resistente alle sofferenze. Al talento personale che ciascuno possiede bisogna aggiungere del proprio. Altrimenti il rischio è quello di sentirsi già arrivati e tradire le proprie aspettative. E sarebbe un vero peccato visto che la cosa che più ci accumuna all’interno di questa splendida associazione è la passione.
Con questo messaggio Riccardo si è congedato dalla platea mestrina non prima di aver ricevuto dal Presidente Muriotto, a nome di tutti gli Associati, un sincero e caloroso augurio di arrivare presto lassù in Alto.