In occasione della consueta riunione associativa la Sezione di Mestre ha avuto il gradito onore di ospitare Oscar Girardi della vicina Sezione di Sandonà di Piave, arbitro alla CAN A/B dalla stagione 2002 /2003.
È durato quasi un anno l’inseguimento al fischietto sandonatese ma alla fine i molti sforzi profusi sono stati premiati e il corteggiamento ha avuto l’esito tanto sperato. Una sala gremita ha accolto Oscar che ha ritrovato molti tra amici ed ex colleghi di arbitraggio con cui ha potuto scambiare qualche battuta prima dell’inizio della riunione.
L’incontro è stato caratterizzato da una breve parte tecnica e da una parte associativa. Nella prima, incentrata sulla regola 5, Girardi ha richiamato in maniera essenziale ma precisa alle funzioni della figura dell’arbitro, al ruolo che il direttore di gara riveste all’interno del gioco del calcio moderno, all’importanza della preparazione atletica, regolamentare e del fare associazione, sia all’interno della Sezione che ai poli di allenamento ma anche al di fuori del contesto arbitrale. Nella seconda, molto più informale, lo stesso ha risposto in modo molto colloquiale alle numerose domande ricevute, deliziando la platea con piacevoli siparietti e col racconto di curiosi aneddoti.
Specialmente tra i più giovani ha destato molto entusiasmo il suo comunicare semplice e chiaro, condito con qualche sempre ben accetta espressione dialettale, ma tutti hanno prestato molta attenzione alle sue parole, parole persuasive di un ragazzo, un uomo come tanti altri che forse anche per merito di questa sua genuina semplicità è arrivato ai massimi livelli nazionali.
La serata si è poi protratta in pizzeria dove Oscar, con ancor maggior enfasi, ha trasferito nell’ampia tavolata la goliardia precedentemente manifestata in sala riunioni. Tra ricordi di un tempo e temi di attualità, tra un sorso di birra e una sigaretta (unico difetto che gli si può imputare), il biondo arbitro ha saputo interloquire con giovani e meno giovani suscitando ancor più piacevolezza nel rapportarsi con lui. La sua immagine giovane e pulita non è rimasta indifferente nemmeno al personale della pizzeria tanto da colpire direttamente il cuore della graziosa cameriera (trascurabile il suo dettaglio anagrafico), creandosi tuttavia delle comprensibili invidie da parte dei colleghi.
In tarda nottata, dopo un proseguo di incredibili e suggestivi racconti da parte di uno scatenato Girardi, è arrivato il saluto conclusivo che ha dirottato ognuno per la propria strada. Un saluto che ha il sapore di un arrivederci molto presto in quanto saremo ancora entusiasti di ospitare a Mestre un arbitro di valore e prestigio ma soprattutto un uomo carico di entusiasmo e responsabilità come Oscar Girardi.
È durato quasi un anno l’inseguimento al fischietto sandonatese ma alla fine i molti sforzi profusi sono stati premiati e il corteggiamento ha avuto l’esito tanto sperato. Una sala gremita ha accolto Oscar che ha ritrovato molti tra amici ed ex colleghi di arbitraggio con cui ha potuto scambiare qualche battuta prima dell’inizio della riunione.
L’incontro è stato caratterizzato da una breve parte tecnica e da una parte associativa. Nella prima, incentrata sulla regola 5, Girardi ha richiamato in maniera essenziale ma precisa alle funzioni della figura dell’arbitro, al ruolo che il direttore di gara riveste all’interno del gioco del calcio moderno, all’importanza della preparazione atletica, regolamentare e del fare associazione, sia all’interno della Sezione che ai poli di allenamento ma anche al di fuori del contesto arbitrale. Nella seconda, molto più informale, lo stesso ha risposto in modo molto colloquiale alle numerose domande ricevute, deliziando la platea con piacevoli siparietti e col racconto di curiosi aneddoti.
Specialmente tra i più giovani ha destato molto entusiasmo il suo comunicare semplice e chiaro, condito con qualche sempre ben accetta espressione dialettale, ma tutti hanno prestato molta attenzione alle sue parole, parole persuasive di un ragazzo, un uomo come tanti altri che forse anche per merito di questa sua genuina semplicità è arrivato ai massimi livelli nazionali.
La serata si è poi protratta in pizzeria dove Oscar, con ancor maggior enfasi, ha trasferito nell’ampia tavolata la goliardia precedentemente manifestata in sala riunioni. Tra ricordi di un tempo e temi di attualità, tra un sorso di birra e una sigaretta (unico difetto che gli si può imputare), il biondo arbitro ha saputo interloquire con giovani e meno giovani suscitando ancor più piacevolezza nel rapportarsi con lui. La sua immagine giovane e pulita non è rimasta indifferente nemmeno al personale della pizzeria tanto da colpire direttamente il cuore della graziosa cameriera (trascurabile il suo dettaglio anagrafico), creandosi tuttavia delle comprensibili invidie da parte dei colleghi.
In tarda nottata, dopo un proseguo di incredibili e suggestivi racconti da parte di uno scatenato Girardi, è arrivato il saluto conclusivo che ha dirottato ognuno per la propria strada. Un saluto che ha il sapore di un arrivederci molto presto in quanto saremo ancora entusiasti di ospitare a Mestre un arbitro di valore e prestigio ma soprattutto un uomo carico di entusiasmo e responsabilità come Oscar Girardi.