Torneo G. Martin: Mestre batte Venezia e si qualifica ai Quarti

Con un secco 2-0 Mestre vince il derby con Venezia e guadagna l’accesso ai quarti di finale del Torneo delle Sezioni. Un gol per tempo, tante occasioni sprecate, una grandissima (ennesima) prova della nostra tifoseria, ma ancora tanta sofferenza. Questo il sunto di una bella e mite serata dalla quale è uscito vincitore lo sport, il nostro, unito ad una passione che ci accomuna nonostante il sano e leale spirito di competizione. Ma andiamo con ordine.
Martedì 22 marzo alle ore 20, presso gli impianti di Zelarino, va in scena l’ultimo atto della fase eliminatoria del Torneo “G. Martin”. A sfidarsi sono le Sezioni AIA di Mestre e Venezia. Inutile rammentare quanta attesa ci fosse attorno a questo evento. Non solo per l’importanza dei 3 punti, fondamentali a Mestre per passare il turno, ma anche per una rivalità storica che esula dal mero lato sportivo ed arbitrale. Un confronto, fin dalle prime battute, caratterizzato da un certo agonismo che tuttavia nel corso dell’incontro non è mai degenerato grazie anche al tempestivo ed efficace intervento dell’ottima terna arbitrale patavina. Come dicevamo è subito derby. Il clima partita si sente eccome. La prima sfuriata è dei bianco azzurri locali che, come da prassi, iniziano la gara a ritmi molto elevati. Busetto si fa notare per un gran fendente che sibila il palo alla destra del portiere ospite rimasto immobile. Poi è la volta di Faccini che semina il panico nella difesa avversaria bucando l’area di rigore ma mancando il tocco decisivo. E non sono passati neppure 5 minuti! Il tifo Mestrino accompagna le azioni dei propri beniamini con un incitamento travolgente. E dopo un paio di contropiedi falliti per poco Mestre finalmente trova il vantaggio col panzer Gardi che, sfuggito alla marcatura di un macchinoso Botterovic, trafigge il portiere in uscita e va sotto la tribuna ad esultare sfoggiando sul petto un incomprensibile ai più “muri 8”. Siamo al 7’ minuto e la gara sembra in discesa. Anche perché fino a quel momento Venezia pare non pervenuta. In realtà il proseguo del primo tempo scorre in sostanziale equilibrio con Mestre che non accelera più di tanto e Venezia che si spinge generosamente in avanti ma trovando un muro nella difesa locale ben supportata tra i pali dall’esordiente Laghezza che con le sue prese sicure dà tranquillità a tutto il reparto. Da segnalare ancora qualche accelerazione di Picelli, tanto generoso quanto confuso sottoporta, e del trascinatore Faccini, vero incubo per la retroguardia lagunare oltre ad un paio di conclusioni a giro del n° 10 Boscarino terminate però abbondantemente fuori dallo specchio della porta. Per gli ospiti, oltre alle sterili ma esteticamente apprezzabili geometrie di capitan Bindoni, si ricorda solo qualche affondo del sempre insidioso Pasinetsky che sulla fascia destra ha ingaggiato un vero e proprio duello a singolar tenzone col terzino locale Aidone.
Ad inizio ripresa mister Bianco inserisce il match winner di Jesolo Chiozzotto per Gardi e il veterano Cardin per il promettente Bolognesi. L’avvio però è favorevole agli ospiti che, facilitati anche da un abbassamento del baricentro mestrino, si fanno più vivi nella metà campo avversaria. A parte qualche mischia risolta dagli ottimi centrali Antoniello, Marton, Sprezzola, non si notano conclusioni pericolose eccezion fatta per una respinta di piede di Laghezza che risolve una difficile situazione in area di rigore. Venezia a questo punto sembra crederci e insiste soprattutto sulla fascia sinistra dove i locali si fanno trovare in inferiorità numerica col solo Cardin a protezione. Per dare equilibrio alla squadra allora Bianco toglie Picelli e inserisce De Matteis. Ma è in contropiede che Mestre pizzica costantemente l’avversario spintosi disperatamente in avanti. Si contano almeno 3 occasioni nitide per i locali, tutte sventate dall’ottimo portiere veneziano che salva letteralmente i suoi dal tracollo. Anche Chiozzotto ha la palla buona ma si fa ipnotizzare dal bravo n° 1 ospite che respinge in corner. E’ però solo il preludio al raddoppio. Dalla bandierina Busetto pennella e proprio come a Jesolo 15gg fa spunta la pelata vincente del torello n° 18 che insacca di precisione. L’euforia del campo, risoltasi con una ammucchiata sul sempre più bomber mestrino, si consuma pure negli spalti con fumogeni e sventolii di bandiere da far invidia a molte compagini di livello dilettantistico. Venezia a questo punto accusa il colpo ma ha il merito di proporsi orgogliosamente in avanti in cerca di gloria. Messo al (quasi) sicuro il risultato De Zuani, all'esordio stagionale dopo l'infortunio rimediato in allenamento, rileva Boscarino mentre poco più tardi uno stremato e acciaccato Aidone, forse il migliore della squadra per quantità e qualità del gioco oltre che per le “attenzioni” ricevute durante l’incontro, lascia il posto a Toniolo. Nel finale trova spazio anche Bonso per Cardin. Sono questi gli ultimi sprazzi di cronaca in attesa del triplice fischio che sancisce l’approdo ai quarti per Mestre e la buona prova di Venezia nonostante questa sconfitta che la costringe a cercare assolutamente la vittoria nell’ultimo match di giovedì contro Padova.
Ora i bianco azzurri possono correre ad esultare sotto la tribuna per questo cercato, agognato e oltremodo sudato successo, suggellato da un tripudio pirotecnico di suggestiva coreografia inscenato dai tifosi a cui vanno i ringraziamenti più sinceri per la dedizione con cui accompagnano la squadra ad ogni appuntamento. Un tifo che ha sentitamente omaggiato pure gli sconfitti, usciti a testa alta da un difficile confronto nel quale nessuno si è risparmiato. E poi tutti, così come si conviene nel nostro Sport, a festeggiare col terzo tempo in pizzeria. Giocatori, arbitri, dirigenti, tifosi. Di Mestre e Venezia.
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Martedì 22 marzo alle ore 20, presso gli impianti di Zelarino, va in scena l’ultimo atto della fase eliminatoria del Torneo “G. Martin”. A sfidarsi sono le Sezioni AIA di Mestre e Venezia. Inutile rammentare quanta attesa ci fosse attorno a questo evento. Non solo per l’importanza dei 3 punti, fondamentali a Mestre per passare il turno, ma anche per una rivalità storica che esula dal mero lato sportivo ed arbitrale. Un confronto, fin dalle prime battute, caratterizzato da un certo agonismo che tuttavia nel corso dell’incontro non è mai degenerato grazie anche al tempestivo ed efficace intervento dell’ottima terna arbitrale patavina. Come dicevamo è subito derby. Il clima partita si sente eccome. La prima sfuriata è dei bianco azzurri locali che, come da prassi, iniziano la gara a ritmi molto elevati. Busetto si fa notare per un gran fendente che sibila il palo alla destra del portiere ospite rimasto immobile. Poi è la volta di Faccini che semina il panico nella difesa avversaria bucando l’area di rigore ma mancando il tocco decisivo. E non sono passati neppure 5 minuti! Il tifo Mestrino accompagna le azioni dei propri beniamini con un incitamento travolgente. E dopo un paio di contropiedi falliti per poco Mestre finalmente trova il vantaggio col panzer Gardi che, sfuggito alla marcatura di un macchinoso Botterovic, trafigge il portiere in uscita e va sotto la tribuna ad esultare sfoggiando sul petto un incomprensibile ai più “muri 8”. Siamo al 7’ minuto e la gara sembra in discesa. Anche perché fino a quel momento Venezia pare non pervenuta. In realtà il proseguo del primo tempo scorre in sostanziale equilibrio con Mestre che non accelera più di tanto e Venezia che si spinge generosamente in avanti ma trovando un muro nella difesa locale ben supportata tra i pali dall’esordiente Laghezza che con le sue prese sicure dà tranquillità a tutto il reparto. Da segnalare ancora qualche accelerazione di Picelli, tanto generoso quanto confuso sottoporta, e del trascinatore Faccini, vero incubo per la retroguardia lagunare oltre ad un paio di conclusioni a giro del n° 10 Boscarino terminate però abbondantemente fuori dallo specchio della porta. Per gli ospiti, oltre alle sterili ma esteticamente apprezzabili geometrie di capitan Bindoni, si ricorda solo qualche affondo del sempre insidioso Pasinetsky che sulla fascia destra ha ingaggiato un vero e proprio duello a singolar tenzone col terzino locale Aidone.
Ad inizio ripresa mister Bianco inserisce il match winner di Jesolo Chiozzotto per Gardi e il veterano Cardin per il promettente Bolognesi. L’avvio però è favorevole agli ospiti che, facilitati anche da un abbassamento del baricentro mestrino, si fanno più vivi nella metà campo avversaria. A parte qualche mischia risolta dagli ottimi centrali Antoniello, Marton, Sprezzola, non si notano conclusioni pericolose eccezion fatta per una respinta di piede di Laghezza che risolve una difficile situazione in area di rigore. Venezia a questo punto sembra crederci e insiste soprattutto sulla fascia sinistra dove i locali si fanno trovare in inferiorità numerica col solo Cardin a protezione. Per dare equilibrio alla squadra allora Bianco toglie Picelli e inserisce De Matteis. Ma è in contropiede che Mestre pizzica costantemente l’avversario spintosi disperatamente in avanti. Si contano almeno 3 occasioni nitide per i locali, tutte sventate dall’ottimo portiere veneziano che salva letteralmente i suoi dal tracollo. Anche Chiozzotto ha la palla buona ma si fa ipnotizzare dal bravo n° 1 ospite che respinge in corner. E’ però solo il preludio al raddoppio. Dalla bandierina Busetto pennella e proprio come a Jesolo 15gg fa spunta la pelata vincente del torello n° 18 che insacca di precisione. L’euforia del campo, risoltasi con una ammucchiata sul sempre più bomber mestrino, si consuma pure negli spalti con fumogeni e sventolii di bandiere da far invidia a molte compagini di livello dilettantistico. Venezia a questo punto accusa il colpo ma ha il merito di proporsi orgogliosamente in avanti in cerca di gloria. Messo al (quasi) sicuro il risultato De Zuani, all'esordio stagionale dopo l'infortunio rimediato in allenamento, rileva Boscarino mentre poco più tardi uno stremato e acciaccato Aidone, forse il migliore della squadra per quantità e qualità del gioco oltre che per le “attenzioni” ricevute durante l’incontro, lascia il posto a Toniolo. Nel finale trova spazio anche Bonso per Cardin. Sono questi gli ultimi sprazzi di cronaca in attesa del triplice fischio che sancisce l’approdo ai quarti per Mestre e la buona prova di Venezia nonostante questa sconfitta che la costringe a cercare assolutamente la vittoria nell’ultimo match di giovedì contro Padova.
Ora i bianco azzurri possono correre ad esultare sotto la tribuna per questo cercato, agognato e oltremodo sudato successo, suggellato da un tripudio pirotecnico di suggestiva coreografia inscenato dai tifosi a cui vanno i ringraziamenti più sinceri per la dedizione con cui accompagnano la squadra ad ogni appuntamento. Un tifo che ha sentitamente omaggiato pure gli sconfitti, usciti a testa alta da un difficile confronto nel quale nessuno si è risparmiato. E poi tutti, così come si conviene nel nostro Sport, a festeggiare col terzo tempo in pizzeria. Giocatori, arbitri, dirigenti, tifosi. Di Mestre e Venezia.
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