"Tornare ad essere arbitri" con Matteo Gariglio
“Timing, voglia di andare avanti, nessuna gestione, distacco emotivo, non parlare, essere sè stessi e stare nel flusso” sono i mantra che ha ripetuto Matteo Gariglio della Sezione di Pinerolo, arbitro appartenente alla Commissione Arbitri Nazionali di Serie A e B, ospite presso la Sezione di Mestre. La riunione, organizzata presso il Centro Cardinal Urbani di Zelarino (VE) martedì scorso, ha avuto un taglio prettamente motivazionale e ha saputo catturare tutti i partecipanti che si sono dimostrati attenti e interessati ai vari aspetti illustrati durante il corso della serata da Matteo, affiancati da citazioni di vari libri e saggi.
“Senza ambizione non si va da nessuna parte, ma bisogna saperla gestire; il talento è importante, ma bisogna alimentarlo giorno per giorno; la conoscenza rimane la base di tutto. L’opportunità per arrivare all’obiettivo ce l’hanno tutti, ma bisogna avere ambizione, talento e conoscenza insieme, perché con il talento e l’ambizione da soli risulta difficile se non lavorate su voi stessi e non sudate per ottenere ciò che volete. - ha spiegato Gariglio - L’arbitraggio, come tante altre esperienze, è un viaggio fondato su tre concetti: fatica per cercare di fare un percorso il più lungo possibile, superare le difficoltà e identità personale”.
Illuminante anche il ragionamento di come porsi gli obiettivi che Matteo ha suddiviso in obiettivi strumentali, finali, realisti e utopici. “Considerare l'arbitraggio un obiettivo finale ha un peso eccessivo: ho smesso di pensare alla carriera di Matteo Gariglio come la mia vita, essa non può condizionarla, il mio successo di uomo non dipende da quello che faccio in campo; la vita sono gli affetti, la vostra attitudine, la vostra identità, ciò che volete essere, ma non la carriera perché se non arrivate in serie A non significa che avete fallito come uomini”.
Concentrandosi poi su ambiti più concreti, l’ospite ha rimarcato l’importanza dell’aspetto tecnico: “Destrutturate il vostro arbitraggio, cercate di semplificare quello che non sapete e partite da lì, suddividete i falli su parte alta o parte bassa del corpo, cogliete la volontà di giocare il pallone, falli tattici, imprudenti e antisportivi. Classificare il tipo di fallo vi aiuta a prendere una decisione”.
Prima di terminare la riunione Matteo ha letto una sua lettera sull’arbitraggio che, grazie alle sue doti umane e comunicative, ha suscitato nei presenti un forte sentimento di condivisione e ispirazione.
“Senza ambizione non si va da nessuna parte, ma bisogna saperla gestire; il talento è importante, ma bisogna alimentarlo giorno per giorno; la conoscenza rimane la base di tutto. L’opportunità per arrivare all’obiettivo ce l’hanno tutti, ma bisogna avere ambizione, talento e conoscenza insieme, perché con il talento e l’ambizione da soli risulta difficile se non lavorate su voi stessi e non sudate per ottenere ciò che volete. - ha spiegato Gariglio - L’arbitraggio, come tante altre esperienze, è un viaggio fondato su tre concetti: fatica per cercare di fare un percorso il più lungo possibile, superare le difficoltà e identità personale”.
Illuminante anche il ragionamento di come porsi gli obiettivi che Matteo ha suddiviso in obiettivi strumentali, finali, realisti e utopici. “Considerare l'arbitraggio un obiettivo finale ha un peso eccessivo: ho smesso di pensare alla carriera di Matteo Gariglio come la mia vita, essa non può condizionarla, il mio successo di uomo non dipende da quello che faccio in campo; la vita sono gli affetti, la vostra attitudine, la vostra identità, ciò che volete essere, ma non la carriera perché se non arrivate in serie A non significa che avete fallito come uomini”.
Concentrandosi poi su ambiti più concreti, l’ospite ha rimarcato l’importanza dell’aspetto tecnico: “Destrutturate il vostro arbitraggio, cercate di semplificare quello che non sapete e partite da lì, suddividete i falli su parte alta o parte bassa del corpo, cogliete la volontà di giocare il pallone, falli tattici, imprudenti e antisportivi. Classificare il tipo di fallo vi aiuta a prendere una decisione”.
Prima di terminare la riunione Matteo ha letto una sua lettera sull’arbitraggio che, grazie alle sue doti umane e comunicative, ha suscitato nei presenti un forte sentimento di condivisione e ispirazione.