Daniele Chiffi a Mestre: "Mettersi in gioco per un sogno"
Altro importante momento tecnico associativo quello di lunedì 6 febbraio per la Sezione di Mestre con la visita di Daniele Chiffi di Padova. Un ospite a lungo corteggiato sia per la vicinanza geografica che per le qualità umane e tecniche che hanno sempre contraddistinto il giovane collega in forza alla Can B.
Una carriera apparentemente da predestinato, quella di Daniele, che si è però materializzata solo grazie a tanta abnegazione ed una buona dose di autocritica.
Con queste premesse il Presidente Giancarlo Muriotto ha introdotto la serata non prima di aver informato gli Associati sugli ultimi eventi sezionali. Il microfono poi è passato di mano all’ospite nazionale che ha preferito tuttavia creare un confronto sia dialettico che multimediale con i numerosi colleghi presenti in aula.
Il primo impatto di Chiffi è stato di grande entusiasmo nel vedere una platea molto giovane oltre che numerosa e questo lo ha portato indietro nel tempo a quando era lui seduto nelle prime file ad ascoltare i vari ospiti che presenziavano alle riunioni. Una memoria risalente a quel lontano ma paradossalmente così vicino 2002 quando Daniele muoveva i primi passi da arbitro: un esordio non facile per un ragazzo che non aveva mai solcato terreni di gioco prima di allora. E solo grazie a tutta una serie di piccoli passi fatta di obiettivi intermedi ha potuto realizzare il sogno di qualsiasi arbitro: la serie A. Un traguardo raggiunto a culmine di una scalata vertiginosa in cui non sono mancati momenti di difficoltà e di sconforto: criticità che hanno tuttavia consentito di fortificarne il carattere e di crescere anche tecnicamente. Il messaggio che Daniele ha voluto lanciare tanto alle nuove leve che a quelle più esperte è stato quello di partecipare alla vita sezionale, dagli amici di corso ai colleghi osservatori, per sfruttare le loro esperienze; soprattutto di quest’ultimi visto il tesoro inestimabile di risorse tecniche ed umane custodito a Mestre.
Provenendo dall’atletica Chiffi ha ammesso di esser stato agevolato da un punto di vista puramente fisico ma questo vantaggio non lo ha disincentivato alla frequenza del Polo di allenamento sezionale: anzi, proprio confrontandosi con gli amici e coi colleghi di altre categorie, è riuscito a colmare quel gap tecnico che invece soffriva non avendo mai giocato a calcio. Sezione e polo di allenamento sono stati i pilastri che gli hanno consentito una adeguata maturazione arbitrale oltre che umana. Il resto bisogna “metterlo in proprio”, attraverso molti sacrifici, delusioni e qualche pacca sulla spalla. Sempre con la voglia di rimettersi in gioco, analizzando i propri errori e costruendo su di essi e sui propri limiti le basi per fare il salto di qualità.
A testimonianza della bontà e della coerenza del suo discorso, Daniele ha voluto chiudere la serata mostrando filmati di partite da lui dirette in cui non sempre ha risolto l’episodio nel modo corretto. La casistica è spaziata dal calcio di rigore alla simulazione, dai vari provvedimenti disciplinare da adottare al metro di giudizio in caso di proteste e di falli di mano. I colleghi interpellati da Chiffi hanno dato vita ad un dibattito coinvolgente e formativo che ha anche consentito un ripasso regolamentare soprattutto alla luce delle modifiche introdotte ad inizio stagione dalla circolare n°1.
Un caloroso applauso e le immancabili foto di rito hanno concluso questa preziosa riunione con cui Daniele si è congedato da Mestre tra i saluti e le strette di mano dei numerosi colleghi che hanno avuto l’onore di condividere con lui esperienze arbitrali e sportive sia dentro che fuori dal terreno di gioco.
Una carriera apparentemente da predestinato, quella di Daniele, che si è però materializzata solo grazie a tanta abnegazione ed una buona dose di autocritica.
Con queste premesse il Presidente Giancarlo Muriotto ha introdotto la serata non prima di aver informato gli Associati sugli ultimi eventi sezionali. Il microfono poi è passato di mano all’ospite nazionale che ha preferito tuttavia creare un confronto sia dialettico che multimediale con i numerosi colleghi presenti in aula.
Il primo impatto di Chiffi è stato di grande entusiasmo nel vedere una platea molto giovane oltre che numerosa e questo lo ha portato indietro nel tempo a quando era lui seduto nelle prime file ad ascoltare i vari ospiti che presenziavano alle riunioni. Una memoria risalente a quel lontano ma paradossalmente così vicino 2002 quando Daniele muoveva i primi passi da arbitro: un esordio non facile per un ragazzo che non aveva mai solcato terreni di gioco prima di allora. E solo grazie a tutta una serie di piccoli passi fatta di obiettivi intermedi ha potuto realizzare il sogno di qualsiasi arbitro: la serie A. Un traguardo raggiunto a culmine di una scalata vertiginosa in cui non sono mancati momenti di difficoltà e di sconforto: criticità che hanno tuttavia consentito di fortificarne il carattere e di crescere anche tecnicamente. Il messaggio che Daniele ha voluto lanciare tanto alle nuove leve che a quelle più esperte è stato quello di partecipare alla vita sezionale, dagli amici di corso ai colleghi osservatori, per sfruttare le loro esperienze; soprattutto di quest’ultimi visto il tesoro inestimabile di risorse tecniche ed umane custodito a Mestre.
Provenendo dall’atletica Chiffi ha ammesso di esser stato agevolato da un punto di vista puramente fisico ma questo vantaggio non lo ha disincentivato alla frequenza del Polo di allenamento sezionale: anzi, proprio confrontandosi con gli amici e coi colleghi di altre categorie, è riuscito a colmare quel gap tecnico che invece soffriva non avendo mai giocato a calcio. Sezione e polo di allenamento sono stati i pilastri che gli hanno consentito una adeguata maturazione arbitrale oltre che umana. Il resto bisogna “metterlo in proprio”, attraverso molti sacrifici, delusioni e qualche pacca sulla spalla. Sempre con la voglia di rimettersi in gioco, analizzando i propri errori e costruendo su di essi e sui propri limiti le basi per fare il salto di qualità.
A testimonianza della bontà e della coerenza del suo discorso, Daniele ha voluto chiudere la serata mostrando filmati di partite da lui dirette in cui non sempre ha risolto l’episodio nel modo corretto. La casistica è spaziata dal calcio di rigore alla simulazione, dai vari provvedimenti disciplinare da adottare al metro di giudizio in caso di proteste e di falli di mano. I colleghi interpellati da Chiffi hanno dato vita ad un dibattito coinvolgente e formativo che ha anche consentito un ripasso regolamentare soprattutto alla luce delle modifiche introdotte ad inizio stagione dalla circolare n°1.
Un caloroso applauso e le immancabili foto di rito hanno concluso questa preziosa riunione con cui Daniele si è congedato da Mestre tra i saluti e le strette di mano dei numerosi colleghi che hanno avuto l’onore di condividere con lui esperienze arbitrali e sportive sia dentro che fuori dal terreno di gioco.