Antonio Zappi incontra Aurelio Angonese

“Ricordo ancora quel 1974 quando, bambino seduto a terra al bar del mio paesino natale, sentii annunciare in televisione che l’arbitro della finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali in Germania Ovest tra Polonia e Brasile sarebbe stato il signor Aurelio Angonese della Sezione di Mestre’” ha detto Antonio Zappi al commosso monumento arbitrale internazionale e veneto, Arbitro Benemerito e Presidente Onorario della Sezione di Mestre, sfogliando insieme a lui le fotografie ritraenti il grande evento di Monaco di Baviera.
“Tra Jan Tomaszewski, Jerzy Gorgoń , Grzegorz Lato e Roberto Rivelino mi comparve così una nuova figurina, quella di un arbitro: una parte della nostra passione e dell’odierno Presidente nacque proprio quel giorno”.
La lunga carriera arbitrale di Aurelio Angonese (classe 1929) è culminata con la nomina di arbitro internazionale (dal 1967 al 1974): ciò l’ha portato a dirigere oltre 100 partite all’estero, tra le quali incontri di qualificazione e fasi finali dei principali tornei calcistici mondiali.
Insignito del Premio Giovanni Mauro nel 1970, dopo il ritiro dal campo Angonese ha continuato a contribuire al mondo arbitrale in vari ruoli dirigenziali e formativi come Commissario regionale per il Veneto, Commissario speciale per la CAN A e B, Presidente della Corte d'Appello dell'AIA, Procuratore Arbitrale, Direttore della Scuola Arbitrale e Delegato UEFA fino al 1999.
“Ai giovani arbitri dico ancor’oggi quello che ho sempre detto: dovete crederci! Siete voi il nostro futuro!” ha spiegato Aurelio Angonese dicendosi onorato della visita. “Il mio contributo e il mio pensiero sono sempre rivolti ai più giovani con l’obiettivo di stimolarli a raggiungere quei successi sportivi propri delle migliori tradizioni dell’Associazione” ha detto Angonese.
Con grande lucidità, sorprendente puntualità e straordinaria competenza Aurelio Angonese ha anche ricordato a Zappi come fosse stato anche lui, con il progetto Arbitro 2000, a credere nell’investimento tecnico ed umano verso i giovani ed ha poi descritto l’evoluzione dei tratti distintivi dell’arbitro nel corso dei decenni: “L’arbitro di oggi deve essere in grado di filtrare la propria impulsività mantenendo intatta la credibilità nei confronti dei calciatori e cercando di assumere le migliori decisioni sfruttando tutti i mezzi messi a disposizione”.
E’ stato trattato anche il tema della violenza contro gli arbitri ad opera di tesserati con l’apprezzamento per tutto quanto l’AIA in questo momento sta cercando di proporre ed è stato rivolto anche un commosso plauso al Comitato Nazionale per l’istituzione del Premio nazionale in ricordo di Giovanni Stevanato, a cui era profondamente legato.
Nel corso della visita, a cui hanno partecipato anche il Presidente CRA Veneto Tarcisio Serena ed il Presidente della Sezione di Mestre, Filippo Faggian, è stato poi coinvolto anche Daniele Orsato, Commissario per lo sviluppo del talento arbitrale, raggiunto con una videochiamata per un saluto e per un breve scambio di considerazioni.
“La storia dell’AIA deve essere la base del nostro futuro” ha detto Antonio Zappi sottolineando che “L’energia e l’entusiasmo di chi ha rappresentato l’AIA ai massimi livelli devono essere oggi un monito e uno stimolo non solo per i giovani arbitri, ma anche per tutti noi che cerchiamo di operare per il bene della nostra Associazione”.
fonte: aia-figc.it
“Tra Jan Tomaszewski, Jerzy Gorgoń , Grzegorz Lato e Roberto Rivelino mi comparve così una nuova figurina, quella di un arbitro: una parte della nostra passione e dell’odierno Presidente nacque proprio quel giorno”.
La lunga carriera arbitrale di Aurelio Angonese (classe 1929) è culminata con la nomina di arbitro internazionale (dal 1967 al 1974): ciò l’ha portato a dirigere oltre 100 partite all’estero, tra le quali incontri di qualificazione e fasi finali dei principali tornei calcistici mondiali.
Insignito del Premio Giovanni Mauro nel 1970, dopo il ritiro dal campo Angonese ha continuato a contribuire al mondo arbitrale in vari ruoli dirigenziali e formativi come Commissario regionale per il Veneto, Commissario speciale per la CAN A e B, Presidente della Corte d'Appello dell'AIA, Procuratore Arbitrale, Direttore della Scuola Arbitrale e Delegato UEFA fino al 1999.
“Ai giovani arbitri dico ancor’oggi quello che ho sempre detto: dovete crederci! Siete voi il nostro futuro!” ha spiegato Aurelio Angonese dicendosi onorato della visita. “Il mio contributo e il mio pensiero sono sempre rivolti ai più giovani con l’obiettivo di stimolarli a raggiungere quei successi sportivi propri delle migliori tradizioni dell’Associazione” ha detto Angonese.
Con grande lucidità, sorprendente puntualità e straordinaria competenza Aurelio Angonese ha anche ricordato a Zappi come fosse stato anche lui, con il progetto Arbitro 2000, a credere nell’investimento tecnico ed umano verso i giovani ed ha poi descritto l’evoluzione dei tratti distintivi dell’arbitro nel corso dei decenni: “L’arbitro di oggi deve essere in grado di filtrare la propria impulsività mantenendo intatta la credibilità nei confronti dei calciatori e cercando di assumere le migliori decisioni sfruttando tutti i mezzi messi a disposizione”.
E’ stato trattato anche il tema della violenza contro gli arbitri ad opera di tesserati con l’apprezzamento per tutto quanto l’AIA in questo momento sta cercando di proporre ed è stato rivolto anche un commosso plauso al Comitato Nazionale per l’istituzione del Premio nazionale in ricordo di Giovanni Stevanato, a cui era profondamente legato.
Nel corso della visita, a cui hanno partecipato anche il Presidente CRA Veneto Tarcisio Serena ed il Presidente della Sezione di Mestre, Filippo Faggian, è stato poi coinvolto anche Daniele Orsato, Commissario per lo sviluppo del talento arbitrale, raggiunto con una videochiamata per un saluto e per un breve scambio di considerazioni.
“La storia dell’AIA deve essere la base del nostro futuro” ha detto Antonio Zappi sottolineando che “L’energia e l’entusiasmo di chi ha rappresentato l’AIA ai massimi livelli devono essere oggi un monito e uno stimolo non solo per i giovani arbitri, ma anche per tutti noi che cerchiamo di operare per il bene della nostra Associazione”.
fonte: aia-figc.it