Riunione con Elena Lunardi del Settore Tecnico
Lunedì 2 dicembre 2024 la Sezione di Mestre, per la consueta riunione tecnica, ha avuto il piacere di ospitare Elena Lunardi della Sezione di Padova, componente del Settore Tecnico dell’AIA, modulo “Talent&Mentor” per il Calcio a 5.
Elena, arbitro dal 2008 che vanta una storia alla Commissione Arbitri di Calcio a 5 Elitè ricca di successi, ha esordito ai presenti in sala parlando di come ottenere una performance arbitrale di livello: infatti gli aspetti da attenzionare sono diversi.
Innanzitutto il contesto, è necessario essere formati a livello mentale per essere preparati ad ogni problema e difficoltà da affrontare in campo. “La figura del direttore di gara - spiega Elena - è solitaria, l’arbitro è sempre solo e fuori casa, ed è tenuto a fronteggiare durante le partite continue critiche da parte dei calciatori, dirigenti e pubblico. Quindi l’arbitro è considerato il bersaglio, viene visto come un ostacolo al raggiungimento della vittoria.”
Proseguendo viene colto il punto dei problemi interpersonali. “Una personalità di successo è caratterizzata da capacità di comprensione, grinta, fiducia in se stessi, spirito di sacrificio, non rifugiarsi negli alibi e capacità di accettare l’errore. Il fallimento è essenziale: nessun grande arbitro lo è diventato senza aver commesso degli errori”
Un ulteriore aspetto fondamentale è la personalità. “Un arbitro è dotato di spiccata personalità quando con naturalezza ottiene disciplina, rispetto e accettazione delle sue decisioni, senza palesi proteste grazie al suo ascendente, e riesce ad evidenziare carattere, fermezza e temperamento. Gli arbitri sono autorevoli, cioè hanno competenza e capacità reali, e non autoritari, un ruolo ricoperto solo ed esclusivamente nel momento in cui entrano in campo. L'arbitraggio non è solo un’attività con elevati standard atletici, ma rappresenta anche una scuola di vita, incentrata sulla formazione della personalità nel suo significato più esteso. Ogni arbitro quando inizia il suo percorso è consapevole di dover rinunciare a qualcosa che appartiene alla sfera personale: chi all’eccessiva impulsività, chi ad un’innata docilità, chi ad una conclamata immaturità”.
Come ultimo punto è stato affrontato il comportamento e la comunicazione sia con i calciatori sia con i dirigenti. “È necessario essere empatici, calmi , coincisi nelle spiegazioni e soprattutto decisi, ma sempre con educazione. L’arbitro deve essere fiero di sé, prendere decisioni in una frazione di secondo è una sfida, ogni situazione è unica e le decisioni devono essere prese rapidamente, spesso sotto stress fisico e mentale ed occorre essere lucidi al 90esimo minuto esattamente come al primo” afferma Elena, che infine conclude la riunione con una citazione: “I successi sul campo, sotto i riflettori, si costruiscono al buio, da soli” motivando i ragazzi a dare il meglio di sé per la stagione.
Elena, arbitro dal 2008 che vanta una storia alla Commissione Arbitri di Calcio a 5 Elitè ricca di successi, ha esordito ai presenti in sala parlando di come ottenere una performance arbitrale di livello: infatti gli aspetti da attenzionare sono diversi.
Innanzitutto il contesto, è necessario essere formati a livello mentale per essere preparati ad ogni problema e difficoltà da affrontare in campo. “La figura del direttore di gara - spiega Elena - è solitaria, l’arbitro è sempre solo e fuori casa, ed è tenuto a fronteggiare durante le partite continue critiche da parte dei calciatori, dirigenti e pubblico. Quindi l’arbitro è considerato il bersaglio, viene visto come un ostacolo al raggiungimento della vittoria.”
Proseguendo viene colto il punto dei problemi interpersonali. “Una personalità di successo è caratterizzata da capacità di comprensione, grinta, fiducia in se stessi, spirito di sacrificio, non rifugiarsi negli alibi e capacità di accettare l’errore. Il fallimento è essenziale: nessun grande arbitro lo è diventato senza aver commesso degli errori”
Un ulteriore aspetto fondamentale è la personalità. “Un arbitro è dotato di spiccata personalità quando con naturalezza ottiene disciplina, rispetto e accettazione delle sue decisioni, senza palesi proteste grazie al suo ascendente, e riesce ad evidenziare carattere, fermezza e temperamento. Gli arbitri sono autorevoli, cioè hanno competenza e capacità reali, e non autoritari, un ruolo ricoperto solo ed esclusivamente nel momento in cui entrano in campo. L'arbitraggio non è solo un’attività con elevati standard atletici, ma rappresenta anche una scuola di vita, incentrata sulla formazione della personalità nel suo significato più esteso. Ogni arbitro quando inizia il suo percorso è consapevole di dover rinunciare a qualcosa che appartiene alla sfera personale: chi all’eccessiva impulsività, chi ad un’innata docilità, chi ad una conclamata immaturità”.
Come ultimo punto è stato affrontato il comportamento e la comunicazione sia con i calciatori sia con i dirigenti. “È necessario essere empatici, calmi , coincisi nelle spiegazioni e soprattutto decisi, ma sempre con educazione. L’arbitro deve essere fiero di sé, prendere decisioni in una frazione di secondo è una sfida, ogni situazione è unica e le decisioni devono essere prese rapidamente, spesso sotto stress fisico e mentale ed occorre essere lucidi al 90esimo minuto esattamente come al primo” afferma Elena, che infine conclude la riunione con una citazione: “I successi sul campo, sotto i riflettori, si costruiscono al buio, da soli” motivando i ragazzi a dare il meglio di sé per la stagione.