Una serata di crescita e ispirazione con Ivano Pezzuto

L’8 aprile è stata una data speciale per la Sezione AIA di Mestre, che ha avuto l’onore di accogliere Ivano Pezzuto, arbitro CAN A della Sezione di Lecce, per un incontro che ha lasciato il segno. Un momento di confronto autentico, ricco di riflessioni profonde, stimoli e consigli preziosi per tutti gli arbitri presenti.
Pezzuto ha subito catturato l’attenzione con una domanda semplice, ma fondamentale: da cosa dipende il risultato di una gara? E, soprattutto, come possiamo prepararci al meglio per raggiungerlo? La sua risposta è arrivata chiara e diretta: tecnica, concentrazione e relazioni. Tre pilastri imprescindibili per chi vuole crescere e ambire all’eccellenza.
Parlando di preparazione tecnica, Pezzuto ha sottolineato quanto sia fondamentale l’allenamento costante, lo studio approfondito del regolamento e il confronto continuo con i colleghi e gli organi tecnici. Ogni partita, anche la più semplice, deve diventare un’occasione per migliorare, fosse anche solo in un piccolo dettaglio.
Ha ribadito quanto siano cruciali anche i momenti che precedono il fischio d’inizio: dal sopralluogo del campo al riscaldamento, dal riconoscimento dei calciatori allo studio tattico delle squadre. Nulla deve essere lasciato al caso, nemmeno il colore delle maglie o la familiarità con l’impianto sportivo. Per Pezzuto, la professionalità si misura proprio nella cura dei particolari.
Dopo la tecnica, il focus si è spostato sull’aspetto mentale. “Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Chi è capace di soffrire, alla fine vince”, ha affermato con forza. Ivano ha invitato tutti a coltivare un atteggiamento positivo, a visualizzare la gara, a essere pronti a ogni scenario.
Secondo lui, serve guardare lontano, sì, ma vivere il presente: un passo alla volta, una partita dopo l’altra. Bisogna avere fame, non accontentarsi mai, sapersi mettere in discussione. La crescita passa attraverso l’autocritica e il desiderio di non fermarsi mai. E quando le difficoltà arrivano – perché arrivano sempre – serve forza: per cambiare rotta, per non mollare, per restare fedeli ai propri valori. E soprattutto, serve coraggio per continuare a credere in sé stessi.
Infine, Pezzuto ha posto l’accento sulle capacità relazionali, troppo spesso sottovalutate. Un arbitro deve saper interpretare il linguaggio dei calciatori, capire con chi si sta confrontando e adattare il proprio atteggiamento di conseguenza. Intelligenza emotiva, equilibrio, capacità di ascolto: sono queste le qualità che permettono di condurre una partita in modo efficace, prevenendo conflitti e mantenendo il controllo.
L’incontro si è concluso lasciando un messaggio: “arbitrare non è soltanto applicare un regolamento. È un percorso complesso e affascinante, che richiede testa, cuore e passione”.
Pezzuto ha subito catturato l’attenzione con una domanda semplice, ma fondamentale: da cosa dipende il risultato di una gara? E, soprattutto, come possiamo prepararci al meglio per raggiungerlo? La sua risposta è arrivata chiara e diretta: tecnica, concentrazione e relazioni. Tre pilastri imprescindibili per chi vuole crescere e ambire all’eccellenza.
Parlando di preparazione tecnica, Pezzuto ha sottolineato quanto sia fondamentale l’allenamento costante, lo studio approfondito del regolamento e il confronto continuo con i colleghi e gli organi tecnici. Ogni partita, anche la più semplice, deve diventare un’occasione per migliorare, fosse anche solo in un piccolo dettaglio.
Ha ribadito quanto siano cruciali anche i momenti che precedono il fischio d’inizio: dal sopralluogo del campo al riscaldamento, dal riconoscimento dei calciatori allo studio tattico delle squadre. Nulla deve essere lasciato al caso, nemmeno il colore delle maglie o la familiarità con l’impianto sportivo. Per Pezzuto, la professionalità si misura proprio nella cura dei particolari.
Dopo la tecnica, il focus si è spostato sull’aspetto mentale. “Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Chi è capace di soffrire, alla fine vince”, ha affermato con forza. Ivano ha invitato tutti a coltivare un atteggiamento positivo, a visualizzare la gara, a essere pronti a ogni scenario.
Secondo lui, serve guardare lontano, sì, ma vivere il presente: un passo alla volta, una partita dopo l’altra. Bisogna avere fame, non accontentarsi mai, sapersi mettere in discussione. La crescita passa attraverso l’autocritica e il desiderio di non fermarsi mai. E quando le difficoltà arrivano – perché arrivano sempre – serve forza: per cambiare rotta, per non mollare, per restare fedeli ai propri valori. E soprattutto, serve coraggio per continuare a credere in sé stessi.
Infine, Pezzuto ha posto l’accento sulle capacità relazionali, troppo spesso sottovalutate. Un arbitro deve saper interpretare il linguaggio dei calciatori, capire con chi si sta confrontando e adattare il proprio atteggiamento di conseguenza. Intelligenza emotiva, equilibrio, capacità di ascolto: sono queste le qualità che permettono di condurre una partita in modo efficace, prevenendo conflitti e mantenendo il controllo.
L’incontro si è concluso lasciando un messaggio: “arbitrare non è soltanto applicare un regolamento. È un percorso complesso e affascinante, che richiede testa, cuore e passione”.